In questo periodo di pandemia virale targata Covid-19, quale argomento se non quello legato all’”ormone dello stress” poteva essere di maggior interesse…
Il cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali. È un ormone di tipo steroideo, derivante cioè dal colesterolo.
Tra le sue diverse funzioni, una è quella di contrastare le infiammazioni. Questo è il motivo per cui molti farmaci antinfiammatori si basano sull’utilizzo di questo ormone.
Quando i suoi livelli sono elevati il cortisolo:
Durante i periodi di stress cronico, come quando si segue una dieta stretta e/o ipocalorica, il cortisolo si alza e manda il segnale alle cellule adipose FACENDO LORO ACCUMULARE PIÙ GRASSO POSSIBILE. È una sorta di adattamento finalizzato a conservare il grasso per garantire la sopravvivenza.
Infatti, tra le sue diverse funzioni, attiva anche la neoglucogenesi cioè trasforma le proteine, catabolizzandole in glucosio per dare energia immediata.
È coinvolto in tutte le reazioni di stress e nelle situazioni di emergenza, dove è importante avere energia di pronto utilizzo (zuccheri) a disposizione per “ATTACCARE O SCAPPARE”.
Il cortisolo ha un ritmo circadiano, è cioè più alto al mattino e scende progressivamente verso sera.
Questo ritmo risponde ad un’esigenza fisiologica in quanto l’uomo primitivo, quando si svegliava al mattino, essendo a digiuno, aveva bisogno di energia procuratagli dalla neoglucogenesi indotta dal cortisolo per procurarsi il cibo andando a caccia o a raccoglierlo (cacciatore-raccoglitore).
Ridurre e controllare i livelli di cortisolo non è facile. Tuttavia ci sono alcune sostanze o metodi che ci possono aiutare:
Per chi necessita di controllare i livelli di cortisolo c’è chi consiglia di assumere dei carboidrati nella prima colazione del mattino, ma a basso indice glicemico es. frutta di stagione e di regione, per evitare un repentino ed eccessivo innalzamento della glicemia che tende a causare successivamente un’ipoglicemia reattiva, dovuta all’eccessiva stimolazione dell’insulina che dà inizio ad una NUOVA PRODUZIONE DI CORTISOLO.
Vari studi, con la tecnica salivare, indicano che un pasto proteico stimola la produzione di cortisolo (1).
L’aumento della gluconeogenesi e la riduzione del glucosio contribuiscono a rimuovere gli aminoacidi dal torrente circolatorio (pool degli aminoacidi liberi).
Altri studi (2) hanno dimostrato che i livelli di cortisolo erano più alti in soggetti che seguivano una dieta alta in proteine e bassa in carboidrati per dieci giorni rispetto ad una dieta povera di proteine e alta in carboidrati.
La dieta iperproteica in questo studio, però, aveva anche innalzato il CBG (cortisol-binding globulin, proteina che lega il cortisolo) con scarsa variazione del cortisolo libero.
I soggetti che seguono abitualmente una dieta iperproteica presentano infatti minor produzione di cortisolo, per relativo adattamento degli enzimi epatici richiesti per il metabolismo aminoacidico.
David Jenkins et al. (Università di Toronto) in uno studio interessante pubblicato sul New England Journal of Medicine, hanno monitorato due gruppi di persone ai quali sono stati somministrati stessa quantità e tipo di cibo: un gruppo riceveva tre pasti al giorno, l’altro gruppo diciassette. Dopo due settimane, nel secondo gruppo il colesterolo era sceso più del 15%, i livelli di cortisolo erano più bassi del 17%, i livelli di insulina erano calati quasi del 28%.
Questo per dirvi che è importantissimo non verticalizzare delle nozioni da applicare. Ogni corpo risponde a sé.
Esistono persone in grado di dare il meglio con semi digiuni, altri con IF (Intermittent Fasting 16:8), altre con 2-3 pasti al giorno e altre con pasti molto frequenti. L’ultimo studio fa un po’ pensare. Ricercate la vera personalizzazione e non chi ha la verità assoluta in mano. Quello non esiste!
Ad maiora!
Davide Cabras
Articolo pubblicato originariamente su PaleoAdvisor: Cortisolo, l’ormone dello stress