
Fotobiomodulazione e testosterone
09/11/2021
Come essere già segnati ancora prima di nascere
02/11/2022“Ma come?? È il gesto ancestrale per eccellenza, le tribù primitive stanno ore in quella posizione. Che cavolo stai dicendo?”
Si, loro si, ma tu..nelle tue condizioni strutturali, biotipologiche e sistemiche…ne sei davvero sicura?
Non ci metterei la mano sul fuoco.
Cercherò di essere più chiaro, non ho nulla contro lo squat. È un esercizio molto valido, in grado di dare oltre che una buona ipertrofia/tonicità, anche una gran spinta ormonale! Ma, c’è un ma.
Pensi che tutti siano validi candidati per eseguire questo esercizio?
Te lo dico io: no!
Partiamo dal fatto che, se hai delle alterazioni dell’architettura scheletrica, problemi legati alla postura o mobilità articolare globale insufficiente, ti sconsiglio tassativamente di avvicinarti a questo esercizio.
È necessario approcciarsi ad altre varianti per avere dei risultati visibili e percettibili.
Oltre a tutto questo, che per gli operatori del fitness (SPERO) sia saputo e risaputo, ci sono altri fattori che mi portano ad allontanarti dal “principe del bodybuilding”.
Di che parlo?
Se soffri di edemi, lipodistrofia ginoide (cellulite), vene varicose, linfatismo, fragilità capillare ed iperpigmentazioni perimalleolari, lo squat andrebbe bannato.
Detto ciò, coloro che soffrono di queste problematiche non dovrebbero praticare questo esercizio, altrimenti andrebbero incontro a:
- inestetismi cutanei generati da alterazioni dell’architettura microcircolatoria per la chiusura ripetuta delle pieghe ginocchio-inguine (crosse safeno poplitea e safeno femorale) che possono indurre ad un aumento della pressione di importanti rami venosi
- pompe valvulo-muscolare drammaticamente inefficienti (vedi gonfiore arti inferiori)
Quando si svolge il movimento di accosciata i muscoli delle cosce non si allungano ed accorciano in maniera soddisfacente (fase eccentrica e fase concentrica non alla pari). Con questo ne esce una scarsa riduzione del carico pressorio, dando vita a disagi e a volte scarsa stabilità.
- Pressione intravenosa esasperata a carico delle caviglie (periferia inferiore) per lo sviluppo della manovra di Varsalva durante l’esecuzione, fatta come salvaguardia della schiena.
- In ortostatismo (stazione eretta) la forza di gravità si scontra con quella cardiopeta, durante l’accosciata, creando delle alterazioni che si oppongono alla risalita del flusso circolatorio.
- Incremento della ritenzione idrica, settoriale, a carico soprattutto di glutei/ischiocrurali e zona trocanterica (lateralmente ai glutei) per alterazione strutturale della caviglia e appoggio plantare inadeguato.
Queste sono alcune motivazioni che devono essere considerate da donne che soffrono delle problematiche elencate sopra (ovvero l’80-90%).
Non lasciare nulla al caso e affidati solo a professionisti che si occupano con etica della tua salute. Mi raccomando.
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